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La manovra sul Pentagono

Veniamo ad analizzare la questione “controversa” della manovra sul Pentagono.

Secondo i complottisti, la versione ufficiale sarebbe non solo falsa, ma fisicamente impossibile. Per suffragare questa ipotesi affermano appunto che quella manovra sia contraria alle leggi della fisica, che non esistano immagini dell’impatto e che il buco nel Pentagono sarebbe incompatibile con un Boeing.

Prove false

Partiamo dalle ultime due: che il buco sia incompatibile con un Boeing è una convinzione dei complottisti che è però smentita dall’evidenza e dalle perizie svolte. Perché ovviamente sono stati svolti rilevamenti e perizie fatte di dati e di numeri verificabili, non è che uno è uscito e ha detto “è andata così fidatevi” e la gente gli ha creduto. Trattasi dunque di semplice prova falsa, ma che a forza di circolare sul web ha finito per diventare vera.

Non esistono immagini”: su questo tre brevi considerazioni, due tecniche e una di metodo: tecnicamente il Pentagono è zona militare e quindi le immagini non vengono diffuse cosi facilmente a chiunque; inoltre, dobbiamo ricordare che nel 2001 non c’era la diffusione di smartphone che c’e’ oggi quindi avere una telecamera a portata di mano non era un fatto consueto. Ecco perché nessuno l’ha filmato. Del resto, le immagini ci sono, e sono state diffuse alla fine delle indagini (potete addirittura scrivere al Pentagono per riceverne copia).

Sul piano logico-metodologico, invece, è curioso che i complottisti ritengano che l’assenza di immagini sia una prova a loro favore: proprio l’assenza di immagini dovrebbe invece costituire un elemento che impone a chi sostiene una teoria di produrre altre prove. Le immagini, infatti, non ci sono sia per dimostrare che fosse un Boeing, sia per dimostrare che fosse qualunque altra cosa. Per confermare entrambe le teorie, servono allora altre prove. Ma per i complottisti e in generale per chiunque ragioni in Antimetodo, i dubbi sono prove in loro favore, secondo un principio contrario ad ogni logica scientifica.

Chi ragiona in Antimetodo non fa infatti caso a questa contraddizione, perché parte dal presupposto che la teoria del complotto sia vera, quindi basta un singolo argomento, anche se parziale, a confermare la teoria stessa (principio di riadattamento). Basta solo l’assenza di documentazione contraria per dimostrare la mia teoria, anche se la mia teoria non è supportata da nulla.

La “manovra impossibile” sul Pentagono

Ma veniamo alla manovra “impossibile”; che sia vero o no – e non lo è affatto, come qualunque pilota può facilmente spiegarvi – il problema qui è di nuovo di logica: cosa significa che è impossibile? Se porto un Boeing a 8 metri di altezza a quella velocità e non sono esperto, cosa dovrebbe succedere? Molto probabilmente perderò il controllo e andrò a schiantarmi; ed è esattamente quello che è successo!

E a chi sostiene che l’aereo avrebbe dovuto schiantarsi prima di incontrare il Pentagono, faccio presente che le perizie riscontrano che il volo a raso, lungo 311 metri, è durato appena 1,3 secondi; doveva schiantarsi “prima” quando, esattamente? 

manovra sul Pentagono

Il vero problema è che il complottista confonde il fatto che quella manovra sia fisicamente possibile con il fatto che sia replicabile esattamente allo stesso modo.

Faccio un esempio: poniamo che io guidando l’auto prenda una curva troppo veloce, perda il controllo, la mia auto si ribalti tre volte e vada a schiantarsi contro un pilone della luce, spezzandolo esattamente a metà. Può capitare? direi di sì. Ma se andassi da Vettel e gli chiedessi se saprebbe replicare quella manovra esattamente uguale, facendo le stesse identiche cose, compiendo le stesse capriole e colpendo il pilone in quello stesso punto, certamente mi direbbe di no, perché ci sono troppe variabili. Ma ciò non significa che sia impossibile che accada, significa solo che è complesso replicarla allo stesso modo.

Questo è ciò che è accaduto all’aereo sul Pentagono: il terrorista voleva solo schiantarsi, non gli importava granché del dove, del come e del quando. Qualunque modalità sarebbe stata idonea al suo scopo.

Gli errori logici della teoria del complotto

Ma al di là della prova in sé, in questo caso il ricorso all’Antimetodo per dimostrare la teoria si manifesta in tutta la sua chiarezza. Il fatto che quella manovra fosse impossibile, infatti, non è comunque una prova sufficiente a smontare l’intera versione ufficiale, perché questa è suffragata anche da altre prove che necessariamente andrebbero smentite per confermare la versione complottista.

In particolare, per il metodo scientifico chi sostiene la teoria del complotto non può limitarsi a dire che la manovra non era possibile quindi è tutto un complotto, ma deve anche dimostrare, nell’ordine:

  • quali perizie sostengano che il buco sia incompatibile con un Boeing;
  • che i 141 testimoni che hanno visto un aereo erano corrotti;
  • che i tracciati delle torri di controllo sull’aereo in questione erano falsi e che chiunque fosse in torre di controllo in quel momento sia stato corrotto per ignorare quel tracciato aereo e confermare che il Boeing sia andato contro il Pentagono;
  • dove sia effettivamente finito quel Boeing, se non si è schiantato lì;
  • come sia possibile che i resti dell’aereo sul prato antistante il Pentagono fossero compatibili con un Boeing;
  • in che modo i servizi segreti siano riusciti, alle 9:30 del mattino all’uscita di un’autostrada molto trafficata, a recarsi sul prato antistante il Pentagono, tagliare i pali della luce con un flessibile, spargere resti di un aereo (compresa la scatola nera) e sparare un missile sul Pentagono senza che nessuno delle centinaia di persone che passavano da lì, né i dipendenti del Pentagono presenti quel giorno a lavoro, si avvedessero di nulla;
  • che tutti i piloti che hanno partecipato alle simulazioni sono stati corrotti per dire che quella manovra fosse fattibile;
  • che anche gli inquirenti fossero corrotti per aver dichiarato che i piloti sono riusciti a portare a termine quella manovra nonostante ciò non fosse vero;
  • anche che tutti i periti siano stati corrotti a scrivere una perizia palesemente contraria alle leggi della fisica e allo stesso modo tutti coloro che l’hanno letta per non farlo presente;
  • in che modo sarebbe stato possibile lanciare un Cruise sul Pentagono e quali dinamiche balistiche si sarebbero verificate per creare quel buco in quel modo.

Qualche complottista lo ha fatto? A me non risulta, ma sono qui a disposizione…

Antimetodo e logica

Così si formula una teoria valida, non dicendo “la manovra su Pentagono è impossibile dunque tutte le altre prove non le prendo neanche in considerazione, e anzi il fatto che la manovra sia impossibile in automatico dimostra che è stato un Cruise anche se io non ho dimostrato in alcun modo come questo sarebbe possibile“. Quello dei complottisti è un errore metodologico clamoroso, frutto dell’Antimetodo e in particolare dei principi di coerenza e di coerenza inversa.

Se l’argomento della “manovra impossibile” è coerente con la mia ipotesi, tanto basta a dimostrare la teoria del complotto; tutte le eventuali prove contrarie posso invece ignorarle per il semplice fatto che non sono coerenti con quella teoria.

Così facendo, infatti, si tralasciano aspetti logici che verrebbero inevitabilmente fuori ad una analisi complessiva del fatto. Analisi complessiva che l’Antimetodo non fa, perché mette le prove una sopra l’altra (ragionamento a compartimenti stagni). E dire che basterebbe ricostruire la loro versione per capire che non ha alcun senso, a prescindere dalle prove a loro mani.

La teoria del complotto, infatti, affermerebbe che le cose sarebbero andate pressapoco così.

La ricostruzione complottista (che nessun complottista vuole ammettere)

Alle 9:30 del mattino, all’uscita di una delle autostrade più trafficate d’america, “qualcuno” spara un missile Cruise sul Pentagono, ma nessuno lo vede; anzi, i 141 testimoni oculari hanno inspiegabilmente visto un Boeing, nonostante sia davvero difficile confondere un aereo del genere con un missile.

manovra sul Pentagono

Nel pieno del disastro, con l’edificio in fiamme, gli impiegati del Pentagono che escono dalla struttura e i curiosi che si avvicinano (come sempre accade in questi casi), arriva un camion che parcheggia sul prato antistante il Pentagono. Scendono alcune persone, che in assoluta scioltezza e alla luce del sole iniziano a tagliare i pali della luce con un flessibile e a scaricare resti di un aereo buttandoli alla rinfusa sul prato. E gli danno anche fuoco, per renderli credibili.

Tutto questo, ripeto, alle 9:30 del mattino; di fronte all’autostrada più trafficata d’america; in presenza di centinaia di persone sotto gli occhi di decine di telecamere. Ma nessuno si accorge di nulla.

In seguito fanno girare la voce che è stato un Boieng. Ovviamente, non un Boeing a caso perché la farsa deve essere credibile; indicano quindi un preciso aereo, con un numero di serie, una tratta programmata e con dei passeggeri veri a bordo (si tratta di dati facilmente verificabili da chiunque, quindi era necessario fornirli). E tuttavia, questo aereo – che necessariamente esisteva e necessariamente passava da quelle parti, ci sono i tracciati aerei – da lì non è mai davvero passato ma soprattutto nessuno sa spiegare dove sia finito, se non è caduto lì. Ma anche questo non fa strano a nessuno, neppure ai parenti di quei passeggeri svaniti nel nulla.

E tutto questo sarebbe stato fatto per giustificare una manovra sul Pentagono che secondo la fisica non sarebbe neppure possibile! Perché con tutte le giustificazioni che potevano adottare, i servizi segreti americani hanno scelto di diffondere una versione palesemente contraria alla fisica così da mettere a repentaglio l’intero complotto, visto che a quanto pare basta qualche click su Google per scoprire l’inganno…Dei geni assoluti!

Come vedete, basterebbe provare a ricostruire la versione che scaturisce dal “collage” degli argomenti e delle prove complottiste per renderci conto che non siamo di fronte ad una teoria alternativa, ma ad una barzelletta.

Ma il complottista non se ne accorgerà mai, perché ragionando a compartimenti stagni queste evidenti illogicità non vengono a galla e non incidono sull’approccio antimetodologico.

Il complottista non prova mai a ricostruire la sua teoria per valutare se sia sensata; si limita a cercare di mettere in dubbio quella ufficiale, nella convinzione che il dubbio su una parte della versione ufficiale sia automaticamente una prova a favore della sua teoria.

Antimetodo

E quindi inizierà a delirare su altri aspetti, tipo che il crollo del WT7 è inspiegabile, quindi era tutto un complotto (come se la questione del WT7 bastasse a dare logicità alla versione complottista e quindi dimostrasse anche la collusione dei servizi segreti, l’impossibilità del crollo delle Twin Towers e la falsità della spiegazione dell’impatto aereo sul Pentagono).

Non resta allora che analizzare anche la questione della torre n.7.

P.T.

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