Oggi voglio parlarvi di due argomentazioni tipiche di chi non conosce il metodo scientifico e fonda le sue convinzioni su approcci completamente insensati sul piano logico e scientifico: il principio di autorità e l’argomento ad hominem. Si tratta infatti di due argomenti tipici del complottismo e dell’antiscienza, che ho scelto di trattare insieme perché in qualche modo sono “speculari” e che sono estremamente diffusi nel pensiero di chi fa ricorso all’Antimetodo.

L’argomento ad hominem

Il primo è l’argomento “ad hominem”: esso consiste nel contestare la validità di una teoria screditando le caratteriste personali del soggetto che l’ha proposta.
Faccio un esempio banale: poniamo che da dei documenti inconfutabili emerga che Albert Einstein fosse un ubriacone pedofilo. Qualcuno potrebbe usare questo argomento per screditare la teoria della relatività, ritenendola inaffidabile in quanto proposta e propugnata da un soggetto non credibile, perché alcolista e criminale. Ovviamente, questo argomento non vale niente, dal momento che la teoria della relatività è valida in base alle prove e le dimostrazioni su cui si fonda e non sulle qualità del suo scopritore. Per smentire la relatività di Einstein è necessario confutarla nel merito, analizzandola e dimostrandone la fallacia. 
Simile argomento è peraltro lo stesso che sono soliti usare i complottisti, quando tacciano di falso qualche teoria o versione ufficiale sostenendo che chi la propone “è stato pagato dai poteri forti”: se un matematico dice che 1+1 fa 2, la sua teoria è valida anche se si scopre che è un serial killer, ed anche se quel matematico non è mai esistito. E invece, questa è una delle argomentazioni più utilizzate da complottisti e antiscientisti.

Il principio di autorità

Nel senso diametralmente opposto c’è invece l’argomento “ab auctoritate”, ossia il suffragare la validità di una teoria dimostrando le qualità personali e l’autorità di chi l’ha proposta. Esempio: Einstein è uno dei più grandi scienziati della storia: se un giorno si fosse svegliato e avesse detto: “gli asini volano”, la sua teoria sarebbe credibile solo perché l’ha detta lui? No, perché magari in quel momento era ubriaco… Questa stessa argomentazione è quella che usano i complottisti quando, ad esempio, sostengono la validità degli studi di Montanari sui vaccini, per il semplice fatto che è un rinomato farmacista, anche se il suo studio è già stato sbugiardato in più sedi da altri esperti, mostra evidenti errori e mancanze e non è mai stato pubblicato su alcuna rivista scientifica accreditata. E se gli si fa notare che quello studio è stato smentito da altre centinaia studi fatti di prove e dimostrazioni, loro risponderanno che chi li ha formulati “è stato pagato per farlo” (argomento ad hominem).

Una teoria scientifica, per essere valida, deve dimostrare di esserlo, a prescindere da chi la propone. Ma questo aspetto fondamentale sfugge completamente a molti complottisti/antiscientisti. Spesso, questo accade perché chi usa questi argomenti non ha alcuna competenza in quella materia, e dunque non ha le capacità tecniche di smentire alcun assunto e per questo si limita ad aggredire/idolatrare chi l’ha proposta, essendo l’unica cosa che può fare.

Come vedremo la prossima settimana, questi due argomenti sono molto diffusi ma non sono affatto gli unici cui il cervello fa ricorso per conservare e sostenere le teorie di cui si convince a causa dei bias cognitivi, ma ne ve sono molti altri, definiti fallacie logiche, che credo sia importante conoscere per comprendere a fondo le argomentazioni antiscientifiche e i loro difetti.

P.T.