Parte VIII di IX

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Cominciamo finalmente ad elaborare il mio concetto di giustizia assoluta.

Come individuare una giustizia assoluta

Lo scorso articolo è stato fondamentale per inquadrare la questione: obiettivo della mia teoria è quello di individuare una “posizione iniziale”, per come la intende Rawls, in uno stadio intermedio dell’evoluzione tra lo stato di natura e lo stato civile di Rawls: quello che ho chiamato stato sociale di natura.

Come detto, questo stadio si trova prima della civiltà e della razionalità, motivo per cui le regole che definiscono il contratto sociale tra gli uomini sono leggi di natura legate all’evoluzione.

Rawls ci dà l’impostazione, Rousseau ci indica il momento e Darwin ci dice cosa è accaduto.

Dunque: la posizione iniziale è il momento in cui i primi umani iniziano ad aggregarsi in strutture sociali elementari. Lo scopo di questa aggregazione è garantire la sopravvivenza dei consociati.

Analizzando una struttura sociale primitiva, possiamo ricavarne le caratteristiche e di conseguenza un nucleo di principi e di leggi naturali che sottostanno alla base della convivenza e che come tali devono necessariamente essere parte della struttura costituzionale di ogni singola manifestazione sociale di ogni tempo ed ogni luogo. In altre parole, i principi assoluti di giustizia.

I principi assoluti di giustizia

Proviamo a ricavarne alcuni.

1.       I consociati si aggregano al fine di garantirsi la sopravvivenza: quindi, il diritto alla vita è un principio assoluto di giustizia. Nessun elemento si assocerebbe se in cambio non ricevesse la tutela del diritto alla vita.

2.       I consociati provengono dallo stato di natura, che non fa alcuna distinzione tra membri della stessa specie: tutti devono sopravvivere, tutti si aggregano per garantirsi questa possibilità e tutti lo fanno alle stesse medesime condizioni. Di conseguenza, l’uguaglianza in una qualsiasi società è un principio naturale assoluto.

3. La società ha un fine ben preciso, che costituisce l’unico valido motivo che spinge i membri a consociarsi. Di conseguenza, qualunque obbligo o dovere che non sia direttamente o indirettamente – spiegherò nel prossimo articolo cosa intendo – legato al fine della società non è legittimo. La libertà, intesa come diritto di fare tutto ciò che la legge non mi vieti (e, nel caso, solo al fine di garantire la sopravvivenza della società e dei suoi membri), costituisce pertanto un principio di giustizia assoluta. Di conseguenza, la limitazione della libertà di pensiero, quella religiosa, quella sessuale o di opinione – salvo nei casi in cui queste comportino un rischio per la società, come credere in una religione che ti spinge a uccidere gli altri – è una ingiustizia a prescindere dalla società che prendiamo come riferimento.

4. La società, per poter garantire la vita ai suoi membri, dipende totalmente dalla natura e dalle risorse che essa può offrire; per quanto anche la tecnologia possa evolversi, non esiste modo per l’uomo di emanciparsi dalle risorse dell’ambiente circostante. Come conseguenza, priorità assoluta della società è la salvaguardia dell’ambiente, che costituisce dunque un diritto (e un dovere) assoluto.

Altri principi di giustizia

Individuando il concetto di società nel sistema naturale che gli uomini usano per garantirsi più facilmente la sopravvivenza, e formalizzando il concetto di giustizia come la funzionalità delle regole sociali nel raggiungere quello scopo, possiamo dunque individuare un nucleo di principi di cui la società non può fare assolutamente a meno, e quindi di diritti che devono essere tutelati a prescindere dal luogo, dal tempo, dalla morale o dalla cultura in cui quella formazione sociale si trova.

Ma abbiamo anche visto che con la complicazione delle strutture sociali (qui per una fonte interessante) e l’evoluzione del raziocinio le semplici leggi di natura, finalizzate a garantire quel bene naturale che chiamiamo sopravvivenza, diventano insufficienti. Ad esse verranno nel tempo affiancato delle leggi “artificiali”, ossia il diritto positivo stabilito direttamente dall’uomo; inoltre, si creeranno ruoli e classi sempre più differenziate e come tali portatrici di interessi e bisogni specifici, che pur non essendo direttamente connessi con la sopravvivenza, lo sono in modo indiretto perché garantiscono la stabilità sociale (e quindi la sopravvivenza dei singoli). Come tali, anch’essi saranno meritevoli di tutela.

Come si rapportano con i principi assoluti di giustizia di cui sopra? La risposta a questa domanda sarà il nucleo della mia teoria.

P.T.