Un esempio di euristica che ho trovato particolarmente affascinante attiene all’interpretazione visiva dei nostri occhi. Il nostro cervello, infatti, non si limita a prendere l’immagine così per come gli è trasferita dai nervi oculari, ma cerca di interpretarla, dandole un significato e andando, come dice GIGERENZER, “oltre l’informazione ricevuta”; per farlo, utilizza dei dati che il cervello ha già assimilato a priori e che “applica” all’immagine ricevuta dagli occhi attraverso le cosiddette “inferenze inconsce”, ossia deduzioni che facciamo senza renderci conto che le stiamo facendo.

L’esempio di cui voglio parlarvi è stato proposto proprio da GIGERENZER e riguarda l’interpretazione di due immagini.

Osservate la prima immagine qui di fianco: i cerchietti che vedete sicuramente vi appariranno concavi, ossia si allontanano dall’osservatore. 


Osservate invece la seconda immagine: in questo caso i cerchietti sono convessi, ossia sporgono verso l’osservatore.

Ma se osservate bene le due immagini, scoprirete che in realtà sono lo stesso identico disegno, semplicemente messo sottosopra. Come è possibile?
Il cervello, nell’elaborare l’immagine, ci “mette del suo”, interpretandola sulla base di inferenze inconsce: in altre parole, il cervello ragiona su dei presupposti essenziali che ha imparato a ricavare dalla natura, e per questo cerca di “indovinare” in base alle ombreggiature quale dovrebbe essere il verso tridimensionale del disegno. 
In particolare, il nostro cervello primitivo sa due cose fondamentali:

1) che la luce viene sempre dall’alto (la terra è illuminata dal sole e questo il cervello lo può verificare ogni giorno, mettendo “a sistema” questa conoscenza”) e

2) che la luce proviene da una sola fonte luminosa (il sole di giorno e la luna di notte).

Questi due dati che inconsciamente abbiamo nella testa ci inducono così ad interpretare l’immagine, facendoci presumere che nel primo disegno i cerchietti siano concavi e che nel secondo siano convessi perché così apparirebbero nella realtà in base alla provenienza della luce, anche se sono esattamente gli stessi cerchietti.

Il cervello tende ad interpretare le immagini in modo intuitivo, senza che noi neppure ce ne rendiamo conto.

P.T.