Perché il Medio-oriente è in guerra da un intero secolo?  Perché esiste il terrorismo islamico? Perché le grandi potenze hanno così tanti interessi in Medio Oriente? Per rispondere a queste domande è necessario fare un salto indietro nella storia di un intero secolo.

Durante la Prima Guerra Mondiale il Medio Oriente era sotto controllo degli ottomani, alleati degli imperi centrali (Austria e Germania); Inglesi e Francesi presero da subito contatto con le popolazioni arabe del Medio-Oriente per spingerle a fomentare rivolte intestine all’Impero Ottomano, per farlo crollare dall’interno. In cambio, gli europei promisero la creazione di uno Stato Arabo Unito e indipendente dal giogo turco (su internet potete facilmente trovare lo scambio di corrispondenza tra Husayn, Sceriffo della Mecca, e McMahon, Alto Commissario britannico al Cairo, sul punto).

Vinta la guerra, però, gli europei si guardarono bene dal concedere davvero uno stato unito agli arabi, ed anzi, con i famigerati accordi di Sykes – Picot, inglesi e francesi si spartirono l’area a loro capriccio e crearono volutamente, in barba a qualunque promessa fatta agli arabi, degli Stati che non tenevano conto della reale presenza etnica (sia la Siria che l’Iraq, che prima non esistevano, erano composti indistintamente da curdi, sunniti e sciiti), spesso affidando il potere alle etnie di minoranza e rendendo la zona estremamente instabile, così da giustificare la presenza militare europea nella regione per interessi geopolitici. 

Come è ovvio, gli arabi non la presero benissimo e già nei primi anni ’20 ci furono diverse rivolte (sempre represse nel sangue) sia in Siria, sia in Iraq, sia in Palestina. Inoltre, l’impegno europeo di creare uno Stato ebraico nel territorio dove, poco prima, era stato promesso uno Stato arabo, non fece che fomentare ulteriore risentimento tra i nazionalisti arabi, ed è infatti proprio in questo periodo che iniziano a costituirsi e a diffondersi i primi gruppi terroristici di matrice islamica in funzione anti semita e danti occidentale. 
Inoltre, nei primi anni ’40 nasce in Siria il partito Ba’th, che sarà il principale protagonista della politica anti-occidentale e panaraba del  secolo passato: si tratta, infatti, del partito che governa la Siria, ininterrottamente, da 40 anni (presieduto dalla famiglia Assad) e che ha governato l’Iraq per più di 30 anni e che dal 1979 ,in particolare, finì sotto il comando di un certo Saddam Hussein
Missione del Ba’th era proprio quella di unificare l’intero Medio-Oriente sotto un’unica bandiera araba,così come promesso dagli europei, e di cacciare gli occidentali dalla zona. E non mancarono, lungo tutto il secolo passato, numerosi tentativi di sfaldare quei confini imposti dagli accordi di Sykes-Picot ma mai accettati da nessuno. 


Vi furono infatti due tentativi di instaurare una Repubblica Araba Unita (RAU), prima negli anni ’50, poi negli anni ’70, tra l’Egitto di Nasser, la Libia, la Siria e l’Iraq, entrambi naufragati anche a causa della forte resistenza occidentale, ma anche tentativi più strettamente militari, come l’intervento della Siria nella guerra civile libanese del 1983 e l’invasione da parte dell’Iraq del piccolo Kwait nel 1989, la cui creazione era sempre stata considerata dagli iracheni un sopruso (limitava infatti fortemente gli sbocchi sul mare dell’Iraq, così come il Libano per la Siria).
Per queste ragioni, il partito Ba’th era da sempre visto con sfavore in Occidente proprio perché intendeva alterare lo “status quo”, motivo per cui andava eliminato alla prima occasione utile da tutti gli stati in cui avesse preso il potere. 

Queste sono state sostanzialmente le ragioni della Seconda Guerra del Golfo, che ha destituito il partito Ba’th di Saddam, e della crisi siriana, nata come semplice ventata di protesta cittadina contro il regime ben poco liberale di Assad (ricordate la Primavera Araba?) ma subito sfruttata dalle potenze occidentali per favorire il degenerare della protesta in rivolta e poi in guerra civile, al fine di destituire il sovrano ba’thista e filo russo.

La situazione è però sfuggita di mano quando, nel pieno della guerra civile siriana e nel bel mezzo del caos creato dal “post-Saddam” in Iraq, una nuova forza, creata da Al-Baghdadi sfruttando quel caos e composta in larga parte proprio dagli ex miliziani sunniti del partito Ba’th di Saddam, ha messo insieme il risentimento arabo verso le mancate promesse occidentali e la dottrina religiosa del Califfato Islamico di Maometto per avviare una propaganda atta a creare una nuova “Guerra Santa”, finalizzata alla distruzione dei confini voluti dall’Occidente per la restaurazione di uno stato arabo islamico che abbracciasse l’intero medio-oriente. Una propaganda che trovò, grazie al quel risentimento, terreno fertile. Ecco perché ben presto la causa del Califfato, nata in Iraq, si è espansa in una Siria devastata dalla guerra civile e incapace di resistervi. Una forza che peraltro, sfruttando proprio l’odio e il risentimento verso l’Occidente, ha iniziato ad avviare una serie di attentati direttamente nel cuore del nemico, in Europa, per costringere gli occidentali stessi a riconoscere questa nuova forza e a far loro prendere atto della fine di quell’assetto politico imposto dall’Occidente cento anni prima.

Gruppo di miliziani dell’ISIS

Ecco spiegati molto brevemente i motivi per cui esiste il terrorismo islamico e in particolare la sua ultima e più aberrante manifestazione chiamata “Stato Islamico“.
Queste vicende, lunghe 100 anni esatti, hanno causato la bellezza di 6 milioni di morti (gli stessi morti dell’olocausto) e 60 milioni di sfollati (come se tutti i cittadini italiani fossero stati costretti ad abbandonare le loro case), oltre alla distruzione di gran parte del patrimonio artistico e architettonico millenario di un luogo considerato, non a torto, la culla della civiltà umana.
E tutto questo in palese violazione del sacrosanto principio di autodeterminazione dei popoli scritto nella Carta delle Nazioni Unite e che dovrebbe consentire ad ogni etnia il diritto di costituirsi in stati indipendenti e sovrani, eliminando in questo modo in radice tutte le ragioni che spingono i nazionalisti arabi e i fanatici islamici a perpetrare odio e violenza, isolandoli e togliendo loro ogni giustificazione per i loro atti violenti.

Credo si tratti di considerazioni importanti da tenere a mente, quando si vuole esprimere un giudizio sulla questione medio orientale e sul terrorismo islamico.

P.T.