Parte V di VIII

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Il contesto politico

Il primo esempio concreto di questa rubrica riguarda Berlusconi e il Pacchetto sicurezza del 2008. L’ho scelto perché ci illumina su alcuni aspetti della polarizzazione e del potere dei media nell’alterare la realtà.

Siamo nel 2008 e al Governo c’è Silvio Berlusconi. Per chi non lo sapesse, era in corso una infinita battaglia tra Berlusconi e la Magistratura per tutta una serie di reati che il Cavaliere aveva o meno commesso. Da un lato Berlusconi cercava di evitare la galera e la perdita della sua carica; dall’altro la Magistratura cercava di incastrarlo. In una occasione in particolare, sia lui che alcuni membri del suo partito rischiavano delle condanne penali per alcuni reati come corruzione e reati fiscali. Berlusconi aveva quindi interesse ad essere legittimato ad intervenire sul codice penale per modificarlo a suo vantaggio, diminuendo pene e termini di prescrizione.

Ovviamente, se avesse detto al Parlamento e ai cittadini “voglio cambiare alcuni articoli del codice penale così non vado in galera” sarebbe stato gravemente screditato e avrebbe perso innumerevoli consensi. Nessuno lo avrebbe mai accettato.

Per essere legittimato ad intervenire sul codice penale, infatti, era necessario creare un’urgenza nella mente dei cittadini.

Creare il problema…

Quindi cosa fece? Vi ricordo che Berlusconi era anche proprietario delle tre maggiori televisioni italiane (Mediaset) e deteneva, in qualità del capo del Governo, il formale “controllo” di quelle pubbliche (le reti RAI). Ha così indotto i suoi telegiornali a trattare principalmente e con insistenza alcune notizie, in particolare i reati comuni compiuti da stranieri e immigrati.

I temi criminalità e immigrazione, sia insieme che separatamente, sono estremamente sensibili per l’opinione pubblica; noterete infatti che sono tra i più utilizzati dal populismo e dalla demagogia, perché fanno leva su alcuni elementi istintivi come la paura e la diffidenza verso il “diverso”, favorendo la polarizzazione e la presa di posizione nette.

I temi criminalità e immigrazione sono molto utilizzati dalla politica perché hanno molta presa sulle nostre distorsioni cognitive

Così i giornali, poi i talk shows e i programmi di approfondimento seguendo l’onda, hanno iniziato a parlare con più insistenza di questi reati. Badate bene: hanno iniziato a farlo nonostante quei reati non fossero né aumentati né diminuiti in modo apprezzabile rispetto a prima. Non c’era stata un’impennata di reati degli immigrati che giustificasse una attenzione mediatica maggiore del solito. Ma così facendo, hanno alterato la percezione della realtà, portando i cittadini a credere che quei reati fossero effettivamente in aumento.

…E dare la soluzione: il Pacchetto Sicurezza di Berlusconi

Così, si è iniziato a parlare incessantemente di bambine violentate da marocchini, case svaligiate da rumeni, anziane derubate e picchiate da albanesi. La gente si è ovviamente spaventata, ha iniziato a temere per l’incolumità di amici e parenti e si è adirata di fronte a questi accadimenti; ha allora iniziato a discuterne al bar, a lavoro e in famiglia, creando aspettative rispetto ad un intervento della politica per ostacolare questi reati e farla sentire più sicura.

Si è così creata e diffusa un’opinione pubblica sull’argomento.

Per rispondere a questa richiesta, Berlusconi, dopo alcune settimane di “sedimentazione”, annuncia la volontà di intervenire sul codice penale per aumentare alcune pene e rafforzare i controlli sull’immigrazione. Un decreto chiamato “Pacchetto Sicurezza“. Con l’intero popolo dalla sua (chi sarebbe contrario a cercare di punire quei reati?) gli fu facile far passare il decreto e quindi aprirsi la strada alla modifica del codice penale.

Polarizzare la questione per accaparrare consensi

Non solo. Attraverso questa manovra ha ottenuto un secondo risultato. Come detto il tema immigrazione suscita molto le istanze emotive, a maggior ragione se associato in modo petulante a concetti negativi come i reati. Dichiarando l’intervento legislativo per fermare questa situazione con il Pacchetto Sicurezza, e di fronte alle obiezioni dell’opposizione, Berlusconi è riuscito a polarizzare l’opinione pubblica, spingendola a prendere una posizione radicale.

Ha cioè creato una falsa dicotomia: Berlusconi vuole combattere i reati mentre l’opposizione no; in questo modo, ha spinto molti “indecisi” a usare questo argomento per operare la loro scelta politica. Si tratta di un sistema efficacissimo, di cui ho già parlato qui: attraverso questa strategia retorica si creano due poli opposti, dei quali uno è palesemente sbagliato. Diventa così semplice per il cervello scegliere da che parte stare.

Manipolare l’opinione pubblica per il proprio tornaconto

Forte di questa legittimazione, in quello stesso decreto ha inserito anche alcune modifiche che depenalizzavano o diminuivano le pene per alcuni reati, tra i quali quelli per cui era indagato.

E quando qualcuno in Parlamento cercava di farlo notare, Berlusconi urlava allo scandalo e alla sinistra amica dei criminali. Tutto ciò per il motivo già indicato, ossia polarizzare lo scontro politico formulando la questione di modo che la scelta non riguardasse l’utilità del decreto, ma lo stare con la legalità o con l’illegalità.

Risultato: anche dopo il decreto, i reati in questione non sono né aumentati né diminuiti in modo apprezzabile rispetto a prima. Tuttavia, il Cavaliere e i suoi “amici” hanno evitato la galera. Il tutto dando la sensazione al popolo di essere stato lui stesso ad individuare il problema e aver premuto sulle istituzioni per risolverlo, quando in realtà Berlusconi aveva fatto tutto da solo.

P.T