L’Astrologia è una delle credenze più diffuse, conosciute e praticate al giorno d’oggi; ma perché crediamo agli oroscopi? Nell’articolo di oggi vorrei cercare di approfondire il tema e smontare l’Astrologia col metodo scientifico; in particolare, intendo spiegare cos’è l’astrologia e perché ci crediamo. Si tratta infatti di una credenza completamente senza senso, priva di alcuna validità scientifica e di qualsivoglia riscontro probatorio, alla quale molta gente continua comunque a credere, convinta di avere prove tangibili che funzioni.

Perché? Come cercherò di illustrare, il motivo va ricercato ancora una volta nei meccanismi cerebrali che si innestano quando ci avviciniamo ad essa e al consueto approccio confermativo che il nostro cervello utilizza quando deve verificare delle ipotesi.

Insomma: il successo dell’astrologia è dovuto all’Antimetodo.

Prima di arrivare a questo, però, è necessario inquadrare la teoria astrologica almeno in generale, per illustrarne le palesi falle dal punto di vista logico e scientifico.

Cos’è l’Astrologia

L’astrologia è talmente diffusa che non è neppure necessario spiegare cosa sia; per capire perché crediamo agli oroscopi possiamo però provare ad inquadrarla in modo generale, individuandone le caratteristiche di base.

perché crediamo agli oroscopi

Grosso modo, l’astrologia è una teoria che sostiene che la posizione degli astri nel cielo abbia una qualche influenza sulle persone, sulle loro fortune e il loro destino, ma anche sul loro carattere e sulle loro inclinazioni psicologiche.
L’astrologia individua 12 segni zodiacali in base all’orientamento della terra durante l’anno solare rispetto al cosmo. Come vedete nell’immagine qui sotto, i 12 segni rappresentano i 12 “spicchi” di un’ipotetica “parete circolare” che circonda il globo terrestre.

1. Le Costellazioni

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E allora partiamo proprio da loro: cosa sono le costellazioni?

Sono delle “convenzioni”, delle invenzioni dell’uomo per facilitare, almeno in origine, l’orientamento delle navi durante la notte (le stelle erano l’unico punto di riferimento) ma anche per orientarsi nel cielo; si tratta cioè di convenzioni umane dettate dalla “pareidolia”: diamo infatti i nomi alle costellazioni in base a quali oggetti o animali esse ci ricordano.

Si tratta pertanto di mere convenzioni inventate di sana pianta dagli umani, unendo dei puntini nel cielo in modo del tutto arbitrario. Già solo questo dovrebbe suscitare qualche perplessità sulla loro effettiva capacità di condizionare il destino delle persone…

Ma non è solo questo; le costellazioni sono state individuate e inventante nell’antichità, quando cioè le nostre conoscenze sull’universo erano estremamente limitate rispetto ad oggi: ad esempio, si credeva che la terra fosse al centro dell’universo e che tutte le stelle che vedevamo da qui fossero “fissate” letteralmente contro una enorme cupola che sovrastava il pianeta e delimitava tutto il cosmo.

Volgendo così lo sguardo a 360 gradi, potevamo individuare, una dopo l’altra, le singole costellazioni, composte da stelle che stavano vicine l’una all’altra e che componevano, quasi come un mosaico sopra un muro, l’intera volta celeste.

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Il problema è che le cose non stanno affatto così, come la scienza odierna ha ormai ampiamente dimostrato; il pianeta terra (e tutto il sistema solare) è relegato in un angolo remoto di una galassia che si muove nel vuoto insieme a tutto il resto dell’universo. Ciò comporta delle evidenti illogicità che approfondiremo meglio tra poco, connesse con la prospettiva. Per ora, però, voglio considerare un aspetto preliminare che è conseguenza di questo movimento, molto poco conosciuto ma che basterebbe, da solo, a smentire completamente la presunta validità dell’astrologia.

2. “Le costellazioni non sono più quelle di una volta…”: la precessione degli equinozi

Il fatto che la terra non sia affatto ferma ma si sposti in vari modi insieme all’intero universo ha tra le sue conseguenze la cosiddetta “precessione degli equinozi”; si tratta di un movimento dell’asse terrestre, lento e millenario, che progressivamente “sposta” l’inclinazione del pianeta e di conseguenza la nostra posizione rispetto alla volta celeste. O meglio: la nostra percezione della volta celeste e cioè il modo in cui vediamo le stelle.

Questo significa che le date di “passaggio” delle costellazioni nel nostro cielo si sono modificate nel tempo, mentre lo stesso non si può dire per le date dell’astrologia, che sono rimaste invariate.
Questo divario è illustrato nella tabella qui sopra (per colmare le evidenti lacune della teoria astrologica, è stato addirittura necessario aggiungere un tredicesimo segno, l’Ofiuco, anche detto Serpentario).

Per quanto dunque siamo convinti che l’astrologia funzioni e che i segni zodiacali effettivamente corrispondano a determinati caratteri e inclinazioni, non consideriamo il fatto che, a causa della precessione degli equinozi, in realtà molte delle persone che consideriamo nate sotto un determinato segno zodiacale sono invece di un segno diverso.

L’astrologia è smentita dall’astronomia

Vedremo a breve perché, nonostante questo, ci convinciamo che l’astrologia funzioni lo stesso; per ora ci basti pensare che questa evidenza scientifica, da sola, dimostra che l’astrologia non è solo una teoria errata nella sua applicazione pratica, ma lo è anche in linea teorica, perché non considera la precessione degli equinozi e di conseguenza sballa completamente quasi tutte le corrispondenze tra segni zodiacali e date di nascita.

Se l’astrologia fosse una credenza esatta, dovremmo necessariamente ammettere che gran parte della gente sia erroneamente convinta che il suo carattere corrisponda al segno cui ritiene di appartenere, mentre dovrebbe avere le caratteristiche di un altro.

Strano che ritengano che il loro carattere corrisponda lo stesso al loro segno, vero?

Ma vi dirò di più, anticipando parte dei ragionamenti che faremo più avanti; se le persone che hanno scoperto di appartenere ad un segno diverso iniziassero da oggi a seguire quell’altro segno, si accorgeranno che anch’esso corrisponde al loro carattere. Come è possibile? Tra poco lo vedremo.

3. La tridimensionalità dell’Universo

Abbiamo rilevato che l’astrologia si fonda su nozioni cosmologiche ormai superate; infatti, non c’è nessuna cupola che avvolge la terra, lo stesso globo terrestre non è fermo al centro dell’universo ma tutto l’universo si muove inesorabilmente.

Di conseguenza, le stelle che vediamo da qui non solo non sono ferme, ma si spostano con noi e addirittura (ed è questo il punto importante) non sono vicine tra loro come a noi possono sembrare dal nostro punto di vista. Anzi, le stelle di una stessa costellazione spesso sono a centinaia di anni luce l’una dall’altra, e ci sembrano vicine solo perché, viste da qui, ci pare che lo siano. Questo perché spesso dimentichiamo che l’universo è in 3 dimensioni e quindi non valutiamo che due stelle “vicine” nel nostro cielo probabilmente non stanno alla stessa profondità.

Prendiamo ad esempio la costellazione del Capricorno (foto qui sotto), che è il mio segno.

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Come vedete, le stelle di questa costellazione ci appaiono vicine tra loro, tanto da poterle unire con dei piccoli segmenti immaginari; ma la nostra visuale non tiene conto della profondità dell’universo e della prospettiva e quindi, in realtà, quelle stelle che vediamo così vicine sono in realtà a distanze dalla terra estremamente differenti. Infatti, le principali stelle di questa costellazione sono:

  • δ Capricorni (Deneb Algedi) che dista 39 anni luce;
  • β Capricorni (Dabih) che dista 344 anni luce;
  • α Capricorni (Algedi) che dista 109 anni luce;
  • γ Capricorni (Nashira) che dista 139 anni luce.

Inoltre, quelle stelle stanno, per le stesse ragioni già viste, a distanze siderali tra loro anche se da qui ci appaiono vicine.

Le costellazioni esistono solo dalla Terra

Di conseguenza, non possiamo fare a meno di constatare che queste costellazioni sono tali solo ed esclusivamente se guardate dal nostro punto di vista (la Terra), mentre non le vedremmo affatto se stessimo da qualche altra parte nell’universo.

In altre parole: le costellazioni esistono solo perché gli umani le vedono e la pareidolia del cervello li induce a ricondurle a forme conosciute. Ma se stessimo su Alpha Centauri, ad esempio, non solo non vedremmo nessuna di queste costellazioni, ma probabilmente ne vedremmo delle altre magari usando le stesse stelle che usiamo per queste, mischiate però in altro modo.

Quindi: prima ancora di chiederci se le costellazioni possano avere o meno un effetto sulla nostra quotidianità o il nostro carattere, ci dovremmo chiedere se delle stelle possano avere influenza su di noi, in base a come sono legate tra loro, pur essendo quel legame assolutamente relativo alla prospettiva di un umano e all’arbitrarietà con cui ha scelto di unire in costellazioni certe stelle e non altre.

Se esistessero degli alieni su Alpha Centauri, ad esempio, le nostre costellazioni influenzerebbero le loro vite anche se per loro sarebbe impossibile vederle? O forse per loro esistono altre costellazioni, e quindi quelle stesse stelle che influenzano noi in un modo, laggiù influenzano in un altro? E le eventuali costellazioni visibili da laggiù, influenzerebbero anche noi qui? O forse ancora solo gli umani sono soggetti a questa influenza, mentre tutti gli altri eventuali esseri viventi dell’universo ne sarebbero immuni? E se è così, in base a quale principio lo sarebbe?

Problemi che l’astrologia si guarda bene dall’affrontare

L’astrologia ignora completamente queste problematiche; prende una mera percezione umana per legge scientifica assoluta e ci monta sopra una teoria estremamente affascinante e complessa, che a forza di essere ripetuta, diffusa e creduta nel tempo ha finito per diventare vera. E tutto ciò nonostante si fondi su presupposti completamente sbagliati che la rendono non solo improbabile o sfornita di prove sufficienti, ma ragionevolmente impossibile.

Ma allora perché tanta gente è così convinta che l’astrologia funzioni, che le correlazioni tra caratteri e segni zodiacali esistano davvero e che su di loro le previsioni astrologiche abbiano funzionato? Insomma: perché crediamo agli oroscopi nonostante tutto questo? 
La scienza – e la neuroscienza – hanno una risposta semplice anche per questo.

Perché crediamo agli oroscopi?

Oroscopi che prevedono e oroscopi che descrivono

Prima di entrare nel merito, è ancora necessaria una distinzione preliminare. L’astrologia, abbiamo visto, si propone da un lato di prevedere il destino degli esseri umani in base al segno, dall’altro pretende di individuare caratteristiche comuni agli appartenenti allo stesso segno. In tal senso, l’oroscopo si disloca in due direttive:

  • la predittività degli eventi della vita quotidiana;
  • la descrizione del carattere e della psicologia delle persone in base al segno.

In entrambi i casi si tratta di semplice auto-convinzione dovuta ai meccanismi cerebrali – bias cognitivi – e al modo in cui gli oroscopi sono formulati.

Vediamo come.

1. Gli oroscopi prevedono davvero il futuro?

Sono sicuramente parecchi coloro che possono affermare che in molti casi “l’oroscopo ha effettivamente predetto un determinato evento della loro vita“; ma è davvero così? Valutiamolo alla luce del metodo scientifico.

Per capire perché crediamo agli oroscopi è necessario partire da un presupposto: per poter dire che una previsione effettivamente ha azzeccato il futuro è necessario che la previsione sia dotata di una certa specificità. Una previsione che posa dirsi tale dovrebbe essere di questo tipo: “oggi, alle 12:30, tua moglie ti dirà che ha perso il lavoro mentre state mangiando un panino alla stazione“. Di fronte ad una previsione così specifica è possibile verificare se nella realtà quanto previsto si verifica davvero: se l’evento, nei suoi particolari, si verifica, la previsione è vera; viceversa è falsa.

Ma come avrete certamente intuito, nessun oroscopo raggiunge un tale livello di specificità; ciò non solo rende di fatto impossibile verificare la previsione con un approccio davvero scientifico, ma rende quelle previsioni così aleatorie da poter ipoteticamente venire confermate praticamente sempre.

Mi spiego meglio rifacendomi ad una frase molto usata da uno dei più famosi astrologi televisivi italiani: Paolo Fox. Egli dice sempre “non credete agli oroscopi, verificateli“. Bene, ora vi dimostrerò che il problema sta esattamente nella “verifica” che svolge il nostro cervello.

Previsioni generiche e verifiche “confermative”

Ipotizziamo una possibile previsione tipica degli oroscopi, del tipo:

Oggi riceverete una buona notizia

Bene. Considerate ora che ogni giorno della vostra vita siete letteralmente subissati di notizie nuove in ogni ambito (lavorativo, familiare, personale, ecc…); esse possono essere più o meno buone, o addirittura indifferenti. Ogni giorno potreste ricevere una novità lavorativa, una chiamata di un parente lontano, un invito a una cena o una festa; ma potreste anche ricevere una multa, fare un incidente, strapparvi un vestito, inciampare su un gradino. Sono accadimenti perfettamente normali.

Torniamo allora alla nostra previsione e cerchiamo di capire come il nostro cervello cercherà di verificarla, come dice Paolo Fox.

Arrivati a fine giornata e ricordandoci dell’oroscopo, il nostro cervello ragionerà in questo modo.

Voglio verificare se la previsione era corretta. Cosa diceva la previsione? Che oggi avrei ricevuto una buona notizia. Ho effettivamente ricevuto una buona notizia oggi?

Previsioni astrali: il ruolo del bias di conferma

Questa domanda, che il cervello userà per verificare la previsione, sarà suggerita non da un approccio metodologico scientifico, ma dal bias di conferma. Infatti, il nostro cervello non passerà in rassegna tutte le notizie ricevute, facendo una media tra quelle buone e quelle meno buone – o indifferenti – per poi verificare se la mole di notizie buone effettivamente superi quelle brutte.

Tutt’altro. Il nostro cervello, seguendo l’approccio confermativo, si limiterà ad andare a cercare negli accadimenti della giornata una qualunque cosa che possa essere interpretata come “buona notizia” al fine di confermare la previsione. Ad esempio, si ricorderà che nel pomeriggio avete ricevuto la chiamata di un amico che non sentite da tempo; se questo accadimento può essere visto come una “buona notizia”, allora sarà preso come tale e sarà usato per confermare la previsione.

Ciò, come è evidente, non ha nulla di scientifico; quello stesso giorno, infatti, potreste aver ricevuto anche una multa per eccesso di velocità, ossia una brutta notizia. Questo significa che se l’oroscopo vi avesse detto “oggi riceverete una brutta notizia” ci avrebbe azzeccato lo stesso, perché di fatto è inevitabile che durante una giornata si ricevano notizie sia belle che brutte. Ed è evidente che se una previsione è valida sia che dica una cosa, sia che dica il suo contrario, allora non è una previsione! Inoltre, può anche succedere che una notizia ricevuta non sia di per sé né bella né brutta, ma nel momento in cui l’oroscopo ci “impone” di andare a cercare una notizia buona, potremmo essere spinti dal bias di conferma a reinterpretare quella che è una notizia indifferente con una buona notizia. Per il solo fatto che cerchiamo di verificare la previsione in senso confermativo.

Il nostro cervello non esegue operazioni mentali di natura razionale, perché si muove al fine di confermare gli schemi. E’ un aspetto importante del ragionamento in Antimetodo, che vedremo meglio andando ora a parlare dell’altro aspetto degli oroscopi, ossia l’influenza delle stelle sul carattere delle persone.

2. Le stelle influenzano davvero il nostro carattere?

L’aspetto forse più importante della teoria astrologica è la sua capacità di delineare il carattere delle persone sulla base della semplice data di nascita, ossia della posizione degli astri esistente in quel dato momento. Molti, in effetti, sostengono che il loro carattere corrisponda a quello indicato dal loro segno. Anche qui, però, ad entrare in gioco sono i meccanismi mentali; del resto, lo dimostra quanto detto in precedenza, ossia il fatto che, in realtà, la maggioranza della gente, sulla base del reale quadro astrale, è di un segno diverso da quello che gli è stato detto, e nonostante questo vede comunque una correlazione tra il suo carattere e il suo segno.

Per spiegare le motivazioni che conducono a questa convinzione analizzerò due esperimenti: il primo reale, condotto da un professore; l’altro ipotetico, fondato su uno schema esemplificativo da me ideato.

Perché crediamo agli oroscopi: l’effetto Forer

La prima motivazione va ricondotta ad un esperimento ideato da un professore di psicologia, tale Bertram R. Forer, il quale aveva sottoposto un test di personalità ai suoi allievi. Al termine dello stesso fornì a ciascuno di loro un’analisi della personalità quale risultato del test effettuato.

Bertram R. Forer

In seguito, invitò ognuno degli studenti a dare un giudizio, su una scala numerica da 0 (molto scarso) a 5 (eccellente), al profilo fornito, in base a una valutazione dell’adeguatezza del giudizio. La media fu di 4,26. Altissima.

Solo al termine Forer rivelò agli studenti che era stato consegnato a tutti uno stesso profilo psicologico, del tutto indipendente dai risultati del test. Il giudizio così recitava:

Hai molto bisogno che gli altri ti apprezzino e ti stimino eppure hai una tendenza a essere critico nei confronti di te stesso. Pur avendo alcune debolezze nel carattere, sei generalmente in grado di porvi rimedio. Hai molte capacità inutilizzate che non hai volto a tuo vantaggio. Disciplinato e controllato all’esterno, tendi a essere preoccupato e insicuro dentro di te. A volte dubiti seriamente di aver preso la giusta decisione o di aver fatto la cosa giusta. Preferisci una certa dose di cambiamento e varietà e ti senti insoddisfatto se obbligato a restrizioni e limitazioni. Ti vanti di essere indipendente nelle tue idee e di non accettare le opinioni degli altri senza una prova che ti soddisfi. Ma hai scoperto che è imprudente essere troppo sinceri nel rivelarsi agli altri. A volte sei estroverso, affabile, socievole, mentre altre volte sei introverso, diffidente e riservato. Alcune delle tue aspirazioni tendono a essere davvero irrealistiche

La tendenza alla convalida soggettiva e al bias di conferma

Tale esperimento dimostrò almeno due cose.

La prima è che tenendo un profilo molto generale – come accade per le previsioni – è altamente probabile che il soggetto riesca a dare interpretazioni della realtà circostante in linea con le affermazioni che deve verificare; la seconda è che il cervello umano, come già visto, ha la tendenza a confermare gli schemi anziché vagliarli criticamente, e per questo di fronte ad un profilo a lui dedicato egli tenderà a riadattare la sua stessa percezione di sé in modo da renderla collimante con quel profilo. Questa dinamica è chiamata appunto “effetto Forer“.

Ma per chiarire ancor meglio questo aspetto, vi invito a leggere il secondo esperimento.

Perché crediamo agli oroscopi: vedere congruenze solo quando ci sono

Ipotizziamo uno schema su cui ragionare, limitandolo a tre segni zodiacali per renderlo più semplice. Secondo l’astrologia, ogni segno individua delle caratteristiche caratteriali; in particolare:

CAPRICORNO: ambizioso e testardo;
VERGINE: organizzato e insicuro;
CANCRO: sensibile e lunatico.

Se l’astrologia è esatta, dovremmo riscontrare questi caratteri in ogni singolo individuo di quel dato segno zodiacale; così ci impone il metodo scientifico. Ora molti diranno che li hanno verificati e per questo credono all’astrologia; a dire il vero, anche io spesso verifico queste somiglianze in base ai segni (in effetti, io sono Capricorno e tutti mi dicono che sono testardo e ambizioso), ma ora vi dimostrerò come in realtà queste somiglianze siano mero frutto di schemi cerebrali e non siano reali; o meglio, che rispondano a criteri del tutto casuali e quindi non abbiano valenza scientifico-statistica.

Perché il cervello vede lo stesso delle correlazioni

Prendiamo degli individui a caso e valutiamo i loro segni e i loro rispettivi caratteri.

PAOLO: ambizioso e lunatico – segno: Capricorno;
GIOVANNI: organizzato, lunatico e sensibile – segno Cancro;
ANNA: sensibile, lunatica e insicura – segno Vergine;
MAURO: testardo, insicuro e sensibile – segno Capricorno;
ANTONIO: ambizioso e organizzato – segno Vergine.

Mettiamo allora questi dati a sistema e vediamo cosa succede.

CARATTERE / SEGNO CAPRICORNO VERGINE CANCRO
AMBIZIOSO PAOLO ANTONIO  
TESTARDO MAURO    
ORGANIZZATO   ANTONIO  
INSICURO MAURO ANNA GIOVANNI
SENSIBILE MAURO ANNA GIOVANNI
LUNATICO PAOLO ANNA GIOVANNI

Dunque: dalla tabella si vede che ogni soggetto ha delle caratteristiche che corrispondono al suo segno ed altre che invece non corrispondono. Dal punto di vista squisitamente scientifico, dai dati in nostro possesso non possiamo stabilire una reale correlazione tra caratteri comportamentali e segni zodiacali.

Infatti, ad esempio Mauro ha tre caratteristiche relative a tre differenti segni; Anna, invece, ha addirittura 2 caratteristiche che sono legate ad un segno diverso dal suo e una sola legata al suo segno. Giovanni ha invece entrambe le caratteristiche del suo segno, ma ne ha anche un’altra di un altro segno.

Insomma: non esiste alcuna correlazione significativa tra caratteri e segni zodiacali.

Il cervello crea solo schemi positivi

Ma allora perché crediamo agli oroscopi? Perché l’associazione di idee del nostro cervello e il bias di conferma ci inducono comunque a vedere delle correlazioni; infatti, dal momento che chi conosce l’astrologia sa quali siano le caratteristiche dei singoli segni, è preventivamente influenzato da quegli schemi acquisiti e quindi tende a vedere delle congruenze (e a vedere solo quelle) a prescindere da uno sguardo di insieme, che rileverebbe invece l’assoluta casualità di quelle correlazioni, dal momento che esistono caratteristiche che corrispondono e altre no.

Infatti, il nostro cervello individuerà le correlazioni che corrispondono ai suoi schemi mentali acquisiti solo quando esse sussistono e non quando non sussistono

In altre parole: conoscendo il segno di Paolo, parlando con lui questi potrebbe dirvi di essere ambizioso e voi automaticamente creereste lo schema di cui sopra, perché il vostro cervello sa già che Capricorno = ambizioso. Ma se Paolo vi dice di essere lunatico, il vostro cervello non creerà in automatico lo schema “segno zodiacale – carattere” perché essere lunatici non è caratteristica del Capricorno, quindi in quel momento il vostro cervello non individua uno schema e ignora quel dato, non mettendolo nell’equazione e non facendoci notare che quella correlazione non corrisponde a quanto sostiene l’astrologia. Creando solo schemi positivi, il cervello si convince che non ci sono schemi negativi, e che quindi quella teoria è valida.

L’Antimetodo ignora le prove negative

Attraverso l’Antimetodo, i tre collegamenti “sillogistici” “Capricorno = ambizioso”, “Paolo = ambizioso” e “Paolo = Capricorno” sono sufficienti a dimostrare la validità dell’astrologia, ignorando tutte le correlazioni che invece la smentirebbero. Infatti, in base all’incrocio dei dati in nostro possesso Paolo potrebbe indifferentemente essere sia Capricorno che Cancro, ma siccome sappiamo che è Capricorno tendiamo a ragionare sulla base dello schema già individuato e a ritenere la correlazione “Paolo = ambizioso” in linea con la teoria astrologica “Capricorno = ambizioso” e a tralasciare o ignorare tutte le correlazioni contrarie solo in quanto estranee a quello schema.

Questa prassi per cui il cervello “salva” solo le informazioni che confermano lo schema già acquisito e non le altre è proprio il principale motivo per cui le credenze resistono alla prova del tempo e ai tentativi di confutazione

Il cervello cerca di confermare gli schemi e non di confutarli; di conseguenza, si attiva solo quando rileva una correlazione che risponde a un suo schema e mai in presenza di una correlazione che lo smentisce

L’intuito verifica solo quello che gli serve

Detto più banalmente: è lo stesso ragionamento per cui ci convinciamo che il buon voto a un esame lo abbiamo preso grazie alla maglia porta fortuna che indossavamo e non grazie a mille altri fattori verificatisi quello stesso giorno ed egualmente plausibili, come l’aver mangiato un gelato, essersi svegliati alle 7:04 o essersi seduti in un banco rivolto a nord. Così come, molto probabilmente, dimenticheremo di aver indossato quella maglietta anche quando abbiamo preso un brutto voto, ci hanno rubato il portafogli o ci è morto il cane.

Ecco per quali ragioni riteniamo alcune credenze come l’astrologia veritiere e perché ci convinciamo di averne le prove e le verifiche.

Ecco perché crediamo agli oroscopi.

Il nostro cervello immagazzina e archivia in modo sistematico solo le informazioni che confermano quel dato schema e tralascia tutte le altre per non dover alterare lo schema creato ed eventualmente “resettarlo”, dovendo ricominciare daccapo.

Pensateci bene: se vi è capitato di recarvi da un astrologo che vi ha predetto determinati eventi (io l’ho fatto), sicuramente in qualche caso avrà visto giusto, ma altrettanto sicuramente qualche altra previsione si sarà dimostrata errata; ma al cervello questo non interessa, perché ai fini di consolidare uno schema le correlazioni positive sono più importanti di quelle negative; quindi, il nostro cervello tenderà a considerare solo le prime o comunque a ricordarle meglio, valutando l’operato dell’astrologo solo sulla base delle previsioni giuste e non di tutte in generale.

Per questo stesso motivo, azzeccare 4 o 5 risultati di calcio su 10 non significa avere il dono della preveggenza, ma è bensì semplice calcolo delle probabilità.

Prima degli oroscopi, verificate i bias cognitivi

Abbiamo dunque illustrato perché crediamo agli oroscopi. Anche in questo caso, lo zampino dell’Antimetodo è evidente, ed è dimostrato da fatto che il cervello riesce a individuare correlazioni e confermare teorie nonostante le stesse non abbiano alcuna valenza scientifica ed anzi siano smentite dalle stesse leggi – in questo caso quelle astrofisiche – che gli astrologi pretendono di usare per suffragarne la validità.

Nonostante le banali confutazioni mosse all’inizio di questo articolo, grazie ad un approccio scientifico, molta gente continua a credere agli oroscopi perché individua correlazioni che ne confermano la validità; ma non considerano che quelle correlazioni sono create dal loro stesso cervello tramite il bias di conferma e non hanno, come tali, alcun valore probatorio.

E badate bene che queste dinamiche valgono per qualunque credenza, non solo per l’astrologia.

Insomma: come direbbe lo stesso Paolo Fox,

Non credete ai bias cognitivi: verificateli.

P.T.